La storia della mafia e delle stragi

Data: 6 marzo 2022

Agende Rosse

Il Movimento Agende Rosse è formato da cittadini impegnati a fare piena luce sulla strage di Via D’Amelio, avvenuta a Palermo il 19 luglio 1992, nella quale persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di Polizia Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina e Vincenzo Li Muli.
Il Movimento nasce su impulso di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che il 15 luglio 2007 scrive la lettera intitolata “19 luglio 1992: una strage di Stato”. In essa, afferma che la causa principale della morte del fratello va individuata nell’accordo di non belligeranza stipulato tra settori deviati dello Stato e Cosa Nostra, a seguito di una trattativa sostenuta dal ricatto delle stragi del 1992 in Sicilia e del 1993 sul continente.
Salvatore Borsellino chiede risposte sulle gravi omissioni nelle misure di sicurezza adottate in via D’Amelio il giorno della strage, e sollecita alcuni rappresentanti delle Istituzioni, che incontrarono Paolo Borsellino nelle sue ultime settimane di vita, a fare memoria e a condividere elementi fondamentali per ricostruire il contesto in cui maturò l'accelerazione dell’esecuzione dell’eccidio.

Gli incontri

Durante gli incontri con il movimento, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire la ricerca della verità su mandanti e moventi della strage di via D’Amelio. Un’occasione preziosa per porre domande, ottenere risposte immediate e, soprattutto, coerenti con i fatti e con la realtà storica.

Competenze acquisite: Capacità di analisi critica e consapevolezza civica su temi di legalità e giustizia.

La storia dell'informatica

Data: 19 ottobre 2022

Competenze acquisite: Conoscenza dell'evoluzione storica dell'informatica e dei suoi protagonisti principali.

Violenza di genere e femminicidi

Data: 29 novembre 2022

Da Lucrezia al Codice Rosso

La Biblioteca Universitaria Nazionale di Torino ha collaborato con diverse organizzazioni per realizzare un evento intitolato "Da Lucrezia a Codice Rosso", in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Questa ricorrenza commemora le sorelle Mirabal, uccise nella Repubblica Dominicana, ed è stata ufficialmente istituzionalizzata dalle Nazioni Unite nel 1999.
L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema tanto diffuso quanto sottovalutato: la violenza contro le donne, spesso non denunciata a causa di impunità, silenzi, stigma sociale e vergogna.
La biblioteca ha inoltre curato la digitalizzazione di un prezioso archivio di documenti, manifesti e fotografie legati alla storia del movimento politico delle donne, comprendente materiali relativi alla nascita di realtà significative come il "Tribunale dell’8 marzo" e il "Telefono Rosa". Questa raccolta è ora accessibile attraverso la biblioteca digitale dell’UDI.
La violenza di genere è una questione globale, profondamente radicata in fattori storici, sociali e culturali che perpetuano disuguaglianze e discriminazioni.

Violenza di genere: dati, aspetti legali e psicologici

Il fenomeno della violenza di genere richiede una costante attenzione e consapevolezza collettiva. I dati più recenti evidenziano un incremento dei casi di violenza domestica, soprattutto durante il periodo della pandemia da COVID-19, che ha reso ancora più difficoltosa la protezione delle vittime.
Nonostante denunce pregresse, molti aggressori continuano ad avere accesso alle loro vittime, sollevando preoccupazioni sull'efficacia delle misure di tutela. Risulta fondamentale applicare in modo rigoroso le leggi già esistenti e garantire risorse adeguate per fornire sicurezza e supporto alle vittime.
La paura di non essere credute e la mancanza di fiducia nelle istituzioni rappresentano ulteriori ostacoli alla denuncia, aggravando la vulnerabilità delle donne. Le statistiche mostrano che in molti casi di femminicidio erano già state sporte precedenti segnalazioni o denunce.

Femminicidio e violenza simbolica

Recenti scoperte archeologiche hanno messo in discussione la visione tradizionale dei ruoli di genere, sottolineando come il dominio maschile non sia una costante naturale ma un costrutto culturale. La cosiddetta violenza simbolica è una forma subdola di oppressione che si manifesta attraverso stereotipi, linguaggio, leggi e modelli culturali che rafforzano gerarchie e disuguaglianze.
Strutture culturali consolidate hanno, per secoli, attribuito agli uomini il potere e alle donne la subordinazione. Il linguaggio giuridico, i media, gli standard estetici e le imposizioni legate all’aspetto fisico rappresentano strumenti di controllo sociale che contribuiscono alla marginalizzazione delle donne e alla limitazione della loro libertà d’azione e di espressione.

Giornata internazionale contra la violenza di genere - Capolavoro 2023/2024

Competenze acquisite: Acquisizione di conoscenze storiche, giuridiche e sociali legate alla violenza di genere e alle strategie di contrasto.

Pena di morte

Data: 27 dicembre 2022

L'ultimo giorno di un condannato a morte

L'ultimo giorno di un condannato a morte è un intenso inno alla vita che denuncia con forza la brutalità della pena di morte. Il romanzo, scritto in forma di monologo in prima persona, racconta i 57 giorni trascorsi da un condannato nel carcere di Bicêtre, in attesa dell'esecuzione.
Il protagonista è volutamente anonimo: né il nome né il reato vengono rivelati, una scelta voluta per evitare qualsiasi giudizio e spingere il lettore a concentrarsi unicamente sulla condizione umana del condannato. Sappiamo soltanto che è un marchese e un uomo di fede, che trova conforto nella figura del prete che lo accompagnerà fino al patibolo.
Fino all’ultimo istante, il protagonista coltiva la speranza di ottenere la grazia, mostrando tutta la fragilità, la paura e l'umanità di chi si trova a vivere l'attesa della morte come una lenta tortura.

Competenze acquisite: Riflessione sul ruolo della letteratura come mezzo di denuncia e sensibilizzazione

Progetto carcere territorio

Data: 24 ottobre 2023

Spettacolo "Le finestre"

Il 24 ottobre 2023 ho avuto il piacere di assistere, come spettatore, allo spettacolo Le Finestre, rappresentato all'interno del carcere Lorusso e Cutugno.
Lo spettacolo affronta con delicatezza e profondità il tema della speranza contrapposta al buio, raccontando la condizione dei detenuti che, una volta usciti dal carcere, spesso si trovano davanti al vuoto: la prospettiva di non avere un futuro, di essere definiti soltanto come "ex detenuti", e di non riuscire più a immaginare una vita diversa.
All’interno del carcere, sebbene la condizione sia difficile, esistono ancora piccole aperture: benefici, permessi, misure alternative. Ma è proprio il dopo a spaventare, quando il mondo esterno appare irraggiungibile e ostile.
Le Finestre dà voce a questa tensione, ma anche alla virtù della speranza, spesso nascosta, ma viva. Lo spettacolo ci invita a considerare la speranza non solo come sentimento personale, ma come possibilità di incontro e scambio: aprire una finestra significa permettere una comunicazione tra due mondi, scoprendo che entrambi, dentro e fuori, appartengono a una stessa umanità.
Le Finestre dà voce a questa tensione, ma anche alla virtù della speranza — spesso nascosta, ma viva. Lo spettacolo ci invita a considerare la speranza non solo come sentimento personale, ma come possibilità di incontro e scambio: aprire una finestra significa permettere una comunicazione tra due mondi, scoprendo che entrambi — dentro e fuori — appartengono a una stessa umanità.

Incontro con Elisabetta Baro

Durante l’incontro, abbiamo conosciuto Elisabetta Baro, membro della compagnia teatrale che opera all’interno del carcere Lorusso e Cutugno.
Alla domanda “Perché il teatro in carcere?”, Elisabetta ha risposto che il carcere non può limitarsi alla punizione, ma deve promuovere la rieducazione attraverso percorsi che stimolino la riflessione e la trasformazione personale. Il teatro, in questo senso, diventa uno strumento potentissimo: consente ai detenuti di confrontarsi con sé stessi, con le proprie emozioni e con gli altri, costruendo uno spazio simbolico di libertà e consapevolezza.
Ha anche descritto le condizioni quotidiane di chi vive in carcere: spazi ristretti, assenza di privacy, necessità di cucinare nella cella, spesso nel bagno stesso. In un ambiente così complesso, il teatro rappresenta una forma di resistenza culturale e umana.

Senza Sbarre

Dopo la lettura del libro Senza Sbarre, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare l’autrice, Cosima Buccoliero.
Il suo intervento ha offerto una testimonianza diretta e profonda su cosa significhi vivere e lavorare nel sistema penitenziario, e su come sia possibile ripensarlo in una prospettiva più umana e rieducativa. Il libro e l’incontro hanno arricchito il nostro sguardo, permettendoci di riflettere sul valore della dignità, della fiducia e delle seconde possibilità.

Relazione sulla situazione manicomiale in Italia

Competenze acquisite: Capacità di analizzare testi e spettacoli in chiave simbolica / sociale e conoscenza della funzione rieducativa del carcere con riflessione sul suo impatto umano e sociale.

CLIL project

Data: 19 febbraio 2024

Competenze acquisite: Uso della lingua straniera per comunicare in contesti autentici ed applicazione pratica delle conoscenze in progetti o presentazioni.

War poetry

Data: 28 maggio 2025

Competenze acquisite: Confronto tra diversi punti di vista sul tema comune della guerra e la capacità di leggere e comprendere le poesie in lingua inglese.